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tumore della cervice uterina: sapere per poter prevenire

Aggiornamento: 25 giu 2023

Il tumore è causato da un’infezione persistente da papillomavirus umano (HPV), trasmesso per via sessuale e molto frequente soprattutto nelle giovani. La maggior parte delle infezioni regredisce spontaneamente; quando l’infezione persiste nel tempo si formano lesioni nel collo dell’utero, che possono evolvere in cancro. Il rischio di cancro dipende fortemente da alcuni tipi ben identificati di virus HPV ma è favorito da: scarso accesso alla prevenzione, numero di partner, giovane età di inizio dell’attività sessuale, stati immunodepressivi, fumo di sigaretta e contraccezione ormonale.



L'incidenza e la sopravvivenza

In Italia sono stimati nel 2020 circa 2.400 nuovi casi, pari all’1,3% di tutti i tumori incidenti nelle donne. Questa neoplasia è più frequente nella fascia giovanile con il 4% dei casi, quinta neoplasia più frequente (I numeri del cancro in Italia 2020). La probabilità di guarire dopo una diagnosi di tumore del collo dell’utero in Italia è pari a circa il 64% (I numeri del cancro in Italia 2022).

La diagnosi precoce rappresenta l'arma più efficace nella prevenzione del carcinoma della cervice uterina. In Italia la diffusione del Pap-test a livello spontaneo, a partire dagli anni '60 e, soprattutto, l'avvio dei programmi di screening organizzato hanno rappresentato i principali fattori di riduzione dell'incidenza e ancor più della mortalità per questa neoplasia.



Cosa fare

I test per lo screening del tumore del collo dell’utero sono il Pap-test e il test per Papilloma virus (HPV-DNA test). Il test impiegato finora è il Pap-test, offerto ogni 3 anni alle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni. Poichè recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato che sopra i 30 anni è più costo-efficace il test per il Papilloma virus (HPV-DNA test) effettuato ogni 5 anni, tutte le Regioni si stanno impegnando per adottare il modello basato sul test HPV-DNA.

Il nuovo test di screening si basa sulla ricerca dell’infezione dell’HPV ad alto rischio. Il prelievo è simile a quello del Pap-test. L’esame deve essere effettuato non prima dei 30 anni ed essere ripetuto con intervalli non inferiori ai 5 anni in caso di negatività.

Se il test HPV risulta positivo la donna dovrà sottoporsi a un Pap-test che quindi diventa un esame di completamento, (chiamato anche test di triage) , perché seleziona le donne che hanno modificazioni cellulari e che devono fare la colposcopia, se invece la citologia non presenta alterazioni importanti la donna ripeterà il test HPV dopo un anno. Dai 25 a 30 anni l’esame di riferimento rimane il Pap test da eseguirsi ogni tre anni. Questa scelta è dovuta al fatto che in giovane età la probabilità di avere una infezione da HPV è molto alta senza che questa assuma una importanza clinica.

Per approfondire

  • scheda Tumore della cervice uterina

  • pagina Screening per il cancro del collo dell'utero

  • scheda Infezione da papillomavirus umano.


Fonte: portale salute.gov.it

TUMORE-CERVICE-UTERINA


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