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Vulvodinia: l’agopuntura come approccio alternativo



Tra le opzioni a disposizione delle donne per tenere sotto controllo il dolore dovuto alla vulvodinia (dopo un’accurata diagnosi e la messa a punto di un adeguato protocollo terapeutico da parte di un’équipe di specialisti), c’è anche l’agopuntura. Rientra nelle terapie non farmacologiche che possono essere di beneficio nelle sindrome dolorose croniche. Come ha riportato uno studio pubblicato nel 2019 sulla rivista scientifica The Journal of Sexual Medicine più della metà delle donne con vulvodinia cercano approcci alternativi, non farmacologici, per il trattamento del loro disturbo. Queste cure possono essere di supporto a quelle farmacologiche e alla riabilitazione del pavimento pelvico. In alcuni casi vengono scelte al posto dei farmaci tradizionali, a seconda delle situazioni e delle scelte individuali.



Efficace contro il dolore

Secondo la medicina tradizionale cinese, l’agopuntura aiuta a stimolare il flusso energetico dell’organismo dove c’è un blocco, attraverso l’infissione di aghi metallici. I punti trattati variano in base alla persona e alle problematiche che questa presenta: a seconda dei casi, si va ad agire sia localmente e/o in maniera indiretta, pungendo determinati punti del corpo che, secondo i dettami della medicina cinese, svolgono una funzione precisa lungo i canali energetici dell’organismo.

Usata da sempre in Cina per affrontare diverse problematiche femminili (dall’irregolarità mestruale alla dismenorrea, ai disturbi legati alla menopausa), per il suo riconosciuto effetto analgesico l’agopuntura risulta utile in molti casi di dolore, come cefalea, dolori post-chirurgici, contratture, tensioni muscolari. Oltre ad agire sul dolore, favorisce l’equilibrio psicofisico complessivo e può essere dunque un valido aiuto nel caso della vulvodinia, che comporta un pesante corredo di vissuti psicologici come ansia, depressione, tristezza e sensi di colpa.


L’efficacia di questo metodo è stata testata per diversi tipi di dolore. L’agopuntura, stimolando i nocicettori cutanei specifici (neuroni dotati di sensibilità agli stimoli dolorifici) o direttamente le fibre nervose, determina alterazioni neurormonali, responsabili del blocco degli impulsi nervosi.

Alcuni singoli lavori sull’efficacia dell’agopuntura a gruppo singolo su donne affette da vulvodinia hanno dimostrato che, con un protocollo di 10 sedute durato cinque settimane, la percezione del dolore diminuisce e migliorano la qualità della vita, la salute sessuale e quella mentale. Secondo i risultati, questo programma potrebbe essere utile per ridurre l’intensità del dolore in generale e il dolore durante il rapporto e aumentare la funzione sessuale complessiva.




Si possono eseguire le

sedute di agopuntura, previa consultazione medica. Le controindicazioni generali sono rare. Le sedute durano circa un’ora: l’agopuntore posiziona gli aghi nei punti prescelti e li lascia in posizione per 20-30 minuti. Il trattamento è indolore, eccetto un lieve “pizzicotto” al momento dell’inserimento degli aghi. Questi ultimi, sottili come capelli, vengono introdotti nella cute a profondità variabili, ma non superano mai i due centimetri.

 
 
 

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